domenica 8 maggio 2011

Scopo della pratica spirituale è avere una mente chiara e vasta per comprendere e accettare il gioco delle polarità e le fluttuazioni dei pro e i contro della vita, e quindi calibrare la propria esistenza lungo la linea dell’anima e della realtà.

Nelle scritture questo concetto è stato sintetizzato in “Man vidh chanan vakya”: praticare un foro nella mente per avere la visione infinita della realtà. L’arte di penetrare la mente.

Questo processo non può avvenire se i concetti, le proposizioni mentali e gli schemi subconsci rendono cosi intensa la trama della mente da non poterla attraversare. Finchè questo non accade non è possibile essere e stare con se stessi, allora si vive in difesa, nascosti, protetti nel non sentire evitando l’esperienze necessarie e trasformative.

Per questo periodicamente la pratica ha bisogno di essere ridestata dall’essere una routine e la mente dal suo sogno ricordando e sperimentando le capacità infinite della mente e il coraggio dell’anima, questo è il motivo per cui praticare la serie di meditazioni in oggetto per dieci giorni.

Nelle fasi in cui ci si sente stanchi o demotivati o che gli effetti della pratica personale non sono così palesi e rigeneranti, quando si è depressi e stagnanti questi sono i dieci gradini per uscirne. La pratica innesca il processo di auto guarigione dal livello fisco a quello mentale e dei corpi sottili. La successione delle prime tre tecniche rende possibile il flusso energetico nelle tre nadi: Ida, Pingala e Shushmana con risultati immediati sull’equilibrio del sistema nervoso e una consapevolezza più ampia, contemporaneamente al rilascio dei blocchi nelle nadi avviene una riapertura del flusso delle relazioni verso l’esterno, si risolvono impedimenti pratici, si presentano opportunità e fluisce la prosperità. Si tessono energeticamente i presupposti affinche si possa realizzare ciò che fino a prima sembrava non potesse.

Questa pulizia e fluidità è fortemente maggiorata dal giorno che separa le prime tre tecniche dalle seconde sette in cui si osserva solo l’assunzione di liquidi, solo Yogi Tea. Il corpo e i sistemi energetici e percettivi diventano nettamente più sensibili e aperti. Il lavoro delle 7 meditazione notturne con cura chirurgica esplora ogni angolo del subconscio con la strategia di essere applicate in modo progressivo in ogni orario della notte, rilasciandone e trasformando i contenuti limitanti e sconvenienti. Il mondo esterno vi darà la prova del vostro cambiamento e consapevolezza relazionandosi a voi in modo nuovo. Si avrà l’ennesima prova che l’esterno è solo un riflesso di voi stessi che risponde e si plasma alla vostra frequenza.

Non avete bisogno di altro che di voi stessi, il lavoro e il successo e l’amore non è quello di cui avete bisogno ma quello che volete, e arriverà solo come naturale consequenza di essere voi stessi. Il “prima merita e poi desidera” di Yogi Bhajan non è inteso come essere buoni abbastanza per meritare ricompensa, ma l’abilità di creare le coordinate energetiche, lo spazio nella consapevolezza e una chiarezza nelle proprie intenzioni tali da poter accogliere ciò che risuona con la vostra frequenza vibrazionale.

Questa pratica frammenta e riduce l’attività del pensiero, delle dinamiche e tendenze che allontanano dall’essere aperti e coerenti, crea nella routine della vita quotidiana inclusa quella yogica, un vacuum che madre natura sarà obbligata a colmare, questo è il modo in cui la prosperità affluisce.

1 commento:

  1. Carino il nuovo blog.
    Aspetto allora di leggere nuovi interessanti post.

    Il progetto dei 10 giorni è bello e spero di poterlo seguire.

    A presto

    Sat Nam

    Carla B.

    RispondiElimina